Gli specchi esseni

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Gli Esseni sono una comunità giudaica che ha fatto la sua comparsa intorno al 100-120 a.C.. Si tratta di una sorta di ordine monastico i cui membri non riconoscevano l’uso del denaro e non contraevano matrimonio, tanto che la continuità della comunità era assicurata tramite l’aggregazione di nuovi membri.
La vita della comunità si basava sulla comunione dei beni, sull’essere tutti uguali, sul lavoro nei campi e sulla preghiera.
David Flusser (professore di Cristianesimo Primitivo e Giudaismo del Secondo tempio) definì quella degli Esseni “una setta di grande interesse, con una visione del mondo del tutto particolare che espresse per la prima volta idee che sono della massima importanza per il nostro tempo”.
Di loro non si è saputo niente fino al 1947, quando un giovane pastore beduino (Muhammad ed-Dib) scoprì per puro caso nel deserto una grotta (oggi conosciuta come “grotta 1Q) dove trovò numerose giare con all’interno dei rotoli avvolti nel lino, quelli che oggi sono conosciuti come “I Rotoli del Mar Morto”. Gli Esseni, consapevoli che presto sarebbero stati sopraffatti dai romani, li avevano nascosti nella grotta per proteggerli. Grazie al ritrovamento di questi rotoli sono stati fatti scavi archeologici approfonditi nella zona, scavi che hanno portato alla scoperta di questa comunità e delle loro teorie, in particolare quella degli specchi esseni.
Il primo a parlare degli specchi esseni e del loro significato è stato Gregg Braden, un ricercatore americano che attraverso un approfondito studio dei rotoli del Mar Morto ne ha fatte conoscere le teorie principali.
Gli specchi esseni sono sette e servono per aiutarci a conoscere meglio noi stessi attraverso gli altri.
Ogni specchio ci permette di riflettere su chi siamo, cosa vogliamo, sui nostri valori e su ciò che veramente desideriamo.
Il primo specchio riguarda il nostro presente e in particolare ci rivela chi siamo in questo momento attraverso gli altri. Spesso, infatti, ciò che maggiormente ci infastidisce nelle persone intorno a noi è qualcosa che ritroviamo in noi stessi, che ne siamo coscienti o meno. Ecco, quindi, che di fronte a qualcosa che non ci piace degli altri dovremmo chiederci che emozioni ci provoca, se e in quali occasioni abbiamo lo stesso atteggiamento e cercare di capirne il perché.
Il secondo specchio, a differenza del primo, non ci mostra chi siamo ma cosa pensiamo e i pregiudizi che abbiamo, il tutto attraverso le nostre opinioni sugli altri. Se ci sono comportamenti, modi di fare, opinioni altrui che ci danno fastidio in modo particolare è molto probabile che sia un modo per farci capire cosa stiamo giudicando in questo momento. Se ci troviamo a criticare ad esempio il modo di vestirsi di qualcuno significa che in un modo o nell’altro anche noi ci sentiamo giudicati per come vestiamo e tendiamo a comportarci di conseguenza. Proprio come diceva Gesù “Non giudicate per non essere giudicati. Perché con la misura con cui giudicate, sarete giudicati”. Giudicando è come se dividessi il mio mondo in due: da una parte ciò che va bene, dall’altra ciò che ritengo sbagliato, in questo modo finisco per dare sempre più importanza al giudizio e per venirne sopraffatto. Dovremmo riflettere su cosa esattamente stiamo giudicando e sul perché la giudichiamo. Quando abbiamo iniziato a farlo? Come ci fa sentire tutto ciò? E come invece potremmo sentirci eliminando il giudizio?
Il terzo specchio riguarda la relazione che abbiamo con una persona a noi vicina e verso cui ci sentiamo attratti da subito in quanto rappresenta qualcosa che desideriamo e che non abbiamo. Osservando ciò che ci attrae negli altri possiamo capire cosa ci manca, cosa abbiamo perso o ci è stato portato via. Spesso per poter fronteggiare le situazioni cui la vita ci pone di fronte rinunciamo a delle parti importanti del nostro io e questo specchio ci mostra proprio questo permettendoci, se lo vogliamo, di riappropriarcene.
Il quarto specchio ci mostra negli altri le nostre convinzioni interiori, convinzioni che poi creano la nostra realtà. Molto spesso finiamo, seppur inconsapevolmente, con il proiettare all’esterno ciò che temiamo di perdere o che ci manca, fino quasi a diventarne ossessionati. E proprio questa ossessione finisce con il diventare una sorta di auto boicottaggio. Sarebbe utile interrogarsi su cosa stiamo sacrificando di noi stessi per continuare ad avere tutto ciò e se saremmo in grado di rinunciarci. Può essere una dipendenza dal lavoro, dal denaro, da sostanze stupefacenti…tutte cose che piano piano si impadroniscono di noi togliendo spazio a tutto il resto. Diventarne consapevoli ci permette di riappropriarci della nostra vita, di scegliere cosa fare e, nel caso sia stata la paura di soffrire a farci scegliere la strada della rinuncia, capire che molte volte fare di tutto per evitare la sofferenza ci fa soffrire ancora di più perché ci toglie la possibilità di vivere come vorremmo.
Il quinto specchio riguarda la comprensione del nostro rapporto con il Divino attraverso il rapporto che abbiamo con i nostri genitori. Che cosa ci aspettiamo da loro, che cosa secondo noi stanno sbagliando verso di noi e cosa stiamo sbagliando noi verso noi stessi per seguire i loro insegnamenti? E soprattutto, possiamo voler loro bene indipendentemente dalla loro approvazione? Questo specchio ci permette di capire il perché abbiamo vissuto la nostra vita in un determinato modo e di conseguenza ci dà la possibilità di cambiare se questo può renderci più felici.
Il sesto specchio ci permette di prendere atto della nostra grandezza grazie alle difficoltà che abbiamo incontrato. Di fronte ad una situazione difficile dovremmo sempre chiederci che cosa stiamo imparando e di quale delle nostre doti ci sta rendendo consapevoli. Capita spesso che solo durante i momenti difficili ci rendiamo conto di qualche nostra capacità che prima non accettavamo di avere.
Il settimo e ultimo specchio ci rivela come tutto sia perfetto così com’è, come non possa essere diverso perché proprio questa è l’esperienza che la nostra anima ha bisogno di fare ora per evolversi. Questo specchio ci insegna a guardare ai nostri successi così come agli insuccessi evitando di paragonarci agli altri, è importante imparare a mettere in secondo piano il giudizio indotto dal mondo esterno e allo stesso tempo dare maggior importanza al nostro essere unici. Chiediamoci a chi ci stiamo paragonando, per somigliare a chi stiamo rinunciando ad essere noi stessi e anche se siamo disposti a mettere da parte la competizione per sostituirla con una sana e sincera collaborazione anche con chi riteniamo più bravo di noi. Tutto questo sarà più facile una volta che avremo abbandonato il giudizio, soprattutto verso noi stessi.
Tutti e sette gli specchi sono ugualmente importanti e segnano un percorso che, seguito con ordine e prendendosi tutto il tempo necessario per cogliere ciò che ognuno di loro ci rivela, ci permetterà di conoscerci più a fondo e in modo più vero, così come di comprendere meglio le relazioni che abbiamo con le persone a noi vicine.

Se sei interessato ad un percorso di conoscenza di te stesso basato su ipnosi e specchi esseni contattami, sarò felice di guidarti in questo bellissimo viaggio alla scoperta del tuo io più profondo! (info@ipnosiregressivavarese.it)

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